ACCPI, delusione per le norme in vigore da oggi: “Il nuovo codice della strada non fermerà la strage”

Il nuovo Codice della Strada non convince l’AssoCorridori italiana. In vigore da oggi, le novità introdotte con la riforma non vanno a toccare il ciclismo, mostrandosi sorde alle richieste del popolo della bicicletta. I miglioramenti alla mobilità dolce che si sono registrate nelle ultime due annate, complice anche la pandemia, non trovano così riscontro nella sicurezza che viene da tempo invocata da più parti, con ovviamente la ACCPI in prima linea. Norme importanti quelle inserite nel testo (con ad esempio una stretta sull’uso di cellulari, tablet e altri dispositivi durante la guida o come quella che inasprisce le sanzioni per chi occupa posti riservati ai disabili), ma che non sembrano aver preso in considerazione l’altissimo numero di ciclisti vittime della strada nel nostro paese.

“Dov’è la zona 30 in città? Dov’è il ritiro immediato della patente per uso del cellulare alla guida? Dov’è la distanza minima vitale per il sorpasso ai ciclisti che è legge in tutto il resto del mondo? Ancora una volta, che delusione i nostri politici”, scrive sui social l’Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani che posta una immagine corredata da un testo ancor più chiaro ed efficace: “Il nuovo codice della strada non fermerà la strage“.

I numeri sono impietosi: nei primi mesi del 2021 è morto un ciclista ogni due giorni, senza contare l’altissimo numero di incidenti che troppo spesso ci troviamo a commentare, anche a danno di professionisti del pedale. Nel 2019, ultimo anno prima della pandemia che ha contribuito a ridurre le vittime a 176 nel 2020, invece i morti totali erano stati 253, con un incremento del 15,5% rispetto all’anno precedente. Con la diminuzione delle restrizioni il numero quest’anno è tornato ad avvicinarsi a quelli pre-covid, visto che dopo sei mesi i morti erano 87, ai quali vanno poi aggiunti i 59 deceduti nel solo periodo estivo. Numeri da far rabbrividire, ma che non hanno portato, ad oggi, all’introduzione di nessuna delle norme che i ciclisti chiedono da tempo.

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2 Commenti

  1. GIANFRANCO DI PRETORO
    Federazione Ciclistica Italiana Lazio
    Responsabile Piste Ciclabili e Sicurezza Roma. 24 Febbraio 2021

    Ill.mo Presidente della Repubblica Italiana
    Prof.SERGIO MATTARELLA

    Ill.mo Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana
    Prof.Dott. MARIO DRAGHI

    Per conoscenza:
    Ministero delle Infrastrutture e Trasporti
    Ministero dell’Ambiente
    Commissione VIII e IX della Camera dei Deputati
    Regioni e Comuni tutti.

    Lettera Aperta

    LA SICUREZZA DEL CICLISTA “FUORI CITTA” NON E’UN OPTIONAL
    Signor Presidente della Repubblica,Signor Capo del Governo Italiano,in un momento cosi’ difficile per il mondo intero,trasmetterVi il lamento di tanti cicloturisti e cicloagonisti che ogni giorno pedalano “FUORI DELLE AREE URBANE”, puo’ sembrare inopportuno ma siamo tanto stanchi di pedalare con la paura per la sopraffazione dei motorizzati.
    La nostra unica colpa è quella di seguire la passione per la bicicletta !
    Ben vengano le ciclovie separate dalla viabilita’ ordinaria(Foto 1) ma i notevoli costi di realizzazione e di esercizio, impediscono la loro diffusione capillare,spesso lontane dalle citta’ e non adatte agli allenamenti specifici dei nostri tesserati agonisti.
    Con la legge n.144 del 1999 si è definito il Piano Nazionale della Sicurezza Stradale (in sintonia con la Commissione Europea)con l’obiettivo di ridurre il numero dei decessi e delle lesioni gravi.In effetti,secondo i dati Aci-Istat 2019 sono diminuiti gli incidenti,i morti,i feriti per quasi tutti gli utenti della strada meno che per i motociclisti( deceduti +1,6%) ed i CICLISTI,addirittura + 15%.
    I 534 CICLISTI morti(Aci-Istat 2019) dovrebbero far sobbalzare le autorita’ interessate alla mobilita’,invece, si fa’ poco per diffondere la cultura del rispetto verso di noi.
    E’ sacrosanto impegnarsi per una mobilita’ alternativa nelle citta’ ma non si possono trascurare le strade “FUORI CITTA’” pedalate per turismo e per gli allenamenti agonistici da un gran numero di cittadini.Nell’area metropolitana di Roma,i ciclisti morti nel 2016,rappresentano con il 7% ,la terza categoria dopo gli automobilisti e motociclisti.
    Ci tremano ancora le gambe ripensando alla strage sulla SS 18, in localita’ Marinella a Sant’Eufemia di Lamezia Terme:8 ciclisti morti,famiglie distrutte in un attimo da un giovane drogato alla Cannabis (Foto 2-giorno 5 12 2010 ore 9).
    Onorevoli,noi cicloagonisti e cicloturisti non siamo diversi da quelli urbani,siamo gli stessi che durante la settimana vanno a scuola,al lavoro,ai convegni o al supermercato,in bicicletta.
    Il Piano Nazionale della Sicurezza Stradale non deve riguardare solo l’abitacolo degli automezzi,il tipo di guard rail o le utenze deboli nelle aree urbane ma tutti gli utenti della strada .
    Noi cicloamatori,uscendo dalla citta’,percepiamo concretamente di essere di troppo(Foto 3),in balia di tutti solo perche’ le Amministrazioni comunali non progettano le corsie ciclabili verso il mare,i monti,il lago.Una vergogna, se pensiamo all’attenzione delle citta’ olandesi verso di noi(Foto 4).
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    COSA CHIEDIAMO ?
    Il riconoscimento al ciclista del suo spazio ben visibile sulla strade che conducono alle mete turistiche piu’ appetibili.
    Semplicemente ,una corsia disegnata a terra con il logo della bici(Foto 5),talvolta colorata nel suo interno(Foto 6) e ben lisciata(Foto 7).
    Costa pochissimo,responsabilizza inequivocabilmente il motorizzato in caso di contatto con il ciclista e facilita la realizzazione della fitta rete ciclabile.
    In Olanda,questo tipo di corsia ciclabile,è molto comune nelle strade strette anche 7 metri perche’ la loro legge(Art.185 ) prevede che PUO’ ESSERE INVASA SOLO QUANDO NON E’ PRESENTE IL CICLISTA NEL SUO INTERNO (Foto 8).Ecco perche’ tale infrastruttura non determina rallentamenti alla circolazione.
    La corsia ciclabile diventa un vero salvavita contro la distrazione del motorizzato se la si evidenzia esternamente con la “Banda Rumorosa e catarifrangente”(Foto 9-10).
    Naturalmente,la predetta corsia ciclabile,dovra’ essere inserita nel Codice della Strada.
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    Oggi,il nostro CdS obbliga i ciclisti a tenere la destra(Art.143) ed a pedalare in fila indiana(art.182) ovvero nell’inferno(Foto 11),in mezzo a buche e trabocchetti di ogni genere.Forse,la bike lane proposta,se ben lisciata,migliorera’,sicuramente,la nostra sicurezza.
    Riconoscere al ciclista il “suo spazio su tutte le strade” è la concreta riabilitazione di questo utente in nome del diritto di uguaglianza ispirato al concetto di Safe System,della responsabilita’ condivisa.Finalmente,potremmo dire:la strada è di tutti!
    Poi c’è la sicurezza del ciclista,utente debole per eccellenza.Dobbiamo lavorare ancora molto anche se,con lo spazio dedicato su tutte le strade,il passo piu’ importante è stato fatto.
    Di seguito,ci permettiamo di aggiungere, alcune proposte per la nostra sicurezza :

    1 Intensificare le Campagne di Pubblicita’ Progresso destando l’attenzione dei motorizzati verso il ciclista(sorpassarlo a distanza(Foto12) ,fare attenzione quando si apre lo sportello auto ecc.).
    2 Aumentare i controlli di chi usa in modo improprio il telefono cellulare durante la guida(Art.173 Cds).Quali sono le vittime sacrificali di questa particolare pandemia?Naturalmente i ciclisti ed i pedoni quando attraversano la strada.Le forze dell’ordine dovrebbero avvalersi delle nuove tecnologie come l’Autovelox anti-cellulare(Foto 13),una sorta di telecamera che fotografa il conducente e la targa del mezzo.In nostro aiuto,in caso di distrazione del motorizzato,potrebbe essere inserito nell’auto (obbligatorio entro il 2022), il radar a corto raggio (tipo Continental Right-Turn Assist-Euro NCAP(Foto).
    3 Usare il sistema Tudor SICVE anche fuori delle autostrade per controllare il superamento dei limiti di velocita’(Art.142 CdS).Tante strade nazionali,provinciali ne avrebbero proprio bisogno per tratti di 10-25 km.Gli altri sistemi sono intercettabili.I motorizzati rallentano in loco e poi vanno come fulmini.
    4 Coinvolgere il medico di famiglia per certificare lo stato di salute del motorizzato in occasione del conseguimento e del rinnovo della patente di guida.Noi ciclisti siamo in balia di persone aggressive,depresse,euforiche,frettolose,malate ecc. che solo il medico di famiglia conosce.Invece,in occasione del conseguimento-patente,il richiedente,autocertifica il suo stato fisico riempiendo un modulo pre-stampato. Le cause di tanti incidenti si vengono a conoscere solo dopo l’evento,circostanze imprecisate, che sarebbe stato meglio prevenire.
    5 Controllare la sosta selvaggia anche nelle strade metropolitane attraverso lo Street Control.Superare un mezzo in sosta vietata significa far esporre il ciclista all’investimento delle auto piu’ veloci provenienti dalla corsia del sorpasso.
    6 L’Educazione stradale ai giovani è un dovere sociale .Nell’uso della bicicletta c’è tutto quello che i giovani desiderano:divertirsi in equilibrio su due ruote,superarsi a velocita’,viaggiare e sognare mondi diversi.Le scuole,le associazioni ciclistiche,le famiglie ben pensanti, fanno del loro meglio nell’eta’ della fanciullezza(Foto 14) poi,con l’adolescenza,tutto si disperde.Poco sport,raramente agonistico e via,incapsulati nelle minicar,a fare i grandi.
    Peccato,perche’ l’attivita’ agonistica,con le sue regole,le sue gioie e dolori,avrebbe facilitato lo sviluppo fisico e psichico di tanti ragazzi.
    Perche’ non ripartire dai CICLODROMI nelle grandi citta’(Foto 15-16)?Questi impianti polivalenti con un circuito ciclistico asfaltato di 2.000 mt, chiusi al traffico motorizzato,sono la chiave di volta per entusiasmare i giovani annoiati delle periferie.
    Prof.Sergio Mattarella,Dott.Mario Draghi,Vi preghiamo di dare seguito alle nostre proposte trasmettendole alle Commissioni parlamentari,alle Regioni , per gli approfondimenti del caso.
    Naturalmente,i Comitati Regionali della Federazione Ciclistica Italiana,si metteranno a disposizione per ogni approfondimento in materia.
    Nel ringraziarVi per la disponibilita’ del Vostro prezioso tempo,invio distinti saluti.

    Gianfranco Di Pretoro
    Federazione Ciclistica Italiana Lazio
    Responsabile Piste Ciclabili e Sicurezza
    Ordine dei giornalisti di Roma n.164681
    Allegate n. 16 Foto

  2. Gianfranco Di Pretoro Roma,25 Maggio 2021
    Federazione Ciclistica Italiana Lazio
    Responsabile Piste Ciclabili e Sicurezza

    Ill.mo Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana
    Prof.Dott.MARIO DRAGHI
    p/c Ministro delle Infrastrutture e Trasporti,Prof. ENRICO GIOVANNINI
    p/c Presidente IX Commissione della Camera,Dott.ssa RAFFAELLA PAITA
    p/c Assessore Infrastrutture e Mobilita’ Regione Lazio,Prof.MAURO ALESSANDRI
    p/c Vice Sindaco di Roma ed Assessore citta’ in movimento Dr.PIETRO CALABRESE

    Oggetto: SI FA’ PRESTO A PARLARE DELLA SICUREZZA DEI CICLISTI
    Lettera Aperta
    Onorevole Mario Draghi,il suo impegno per Governare la nostra Nazione durante la pandemia merita rispetto.Non le faccio perdere tempo.Se le scrivo a nome dei cicloturisti e ciclosportivi è solo perche’ la situazione nelle strade italiane sta’ divenendo drammatica soprattutto per noi.
    Le chiedo solo di coinvolgere le Istituzioni giuste alle nostre problematiche.
    Dalla mia ultima comunicazione del 24 2 2021, il cui oggetto era”La sicurezza del ciclista Fuori citta’ non è un optional”, abbiamo avuto altri ciclisti coinvolti in gravi incidenti,addirittura ben 7 atleti (contemporaneamente)della squadra professionistica Bora Hangrohe in allenamento lungo il Lago di Garda.Purtroppo,non abbiamo piu’ lacrime per i due giovani Juniores di 17 anni,Giuseppe Pilone(Foto 1) e Silvia Piccini(Foto 2),morti in allenamento nelle strade aperte al traffico.
    Si parla tanto della nostra sicurezza ma non si va’ a fondo nel problema.Sono almeno 68 i pericoli cui incorrono i ciclisti nel loro moto instabile di procedere tra gli automezzi(Allegato n.3-4).Ecco la spiegazione dell’aumento degli incidenti ciclistici del 15% nel 2019.Ovviamente nelle aree urbane il numero è superiore ma nelle strade extra urbane,gli incidenti in bici,sono piu’ gravi.C’è ancora chi fa’ la differenza fra ciclista urbano e ciclosportivo.Il pedalatore è UNO.Lo stesso va’ a scuola o al lavoro durante la settimana poi gli allenamenti specifici o le passeggiate fuori porta.Personalmente pedalo cosi’ da 70 anni !

    PUNTI FERMI:
    -la convivenza dei ciclisti con i motorizzati è impossibile a causa della diversa velocita’ e peso dei secondi,della loro imprevedibilita’ comportamentale alla guida.
    -Riconoscere,il ciclista,utente debole per eccellenza,vuol dire evidenziare il suo spazio su tutte le strade come,il marciapiede,lo è per il pedone.Non è utopia,impariamo dall’Olanda.
    -la sicurezza ottimale per il ciclista la si raggiunge nelle Piste Ciclabili autonome,lontane dalla viabilita’ ordinaria.In Italia,queste,sono rare e costose(Foto 5),spesso non usufruibili dai ciclosportivi nemmeno per il “lungo lento” a causa della scarsa manutenzione.Nel nord Europa,le ciclovie, sono semplicemente asfaltate,senza tanti bordi laterali e quindi,utilizzabili da tutti(Foto 6).Nelle nostre strade provinciali perche’ non coprire le pericolose cunette(Foto 7) per ospitare la pista ciclabile al lato della strada?
    Dott.Mario Draghi,Onorevoli Deputati e Senatori,Signori Sindaci ed Assessori,la SICUREZZA DEL CICLISTA,in particolare nelle strade extra urbane,necessita di varie azioni ed infrastrutture e non sporadiche iniziative.Di seguito ,le urgenze, in attesa di sempre piu’ chilometri di ciclovie autonome.
    LE PROPOSTE DELLA FCI LAZIO
    1 LA CORSIA CICLABILE OLANDESE .Nel nord Europa,quando la strada è stretta e non si puo’ realizzare la classica pista ciclabile,non manca mai lo spazio dedicato al pedalatore.Consiste semplicemente in una striscia per terra dedicata al ciclista,uno spazio riconoscibile su tutte le strade(Foto 8-9).La bike Lane è economica,non causa disagio alla circolazione perche’ puo’ essere invasa se il ciclista non è presente(Foto 10).La corsia responsabilizza il motorizzato e con la banda rumorosa(Foto 11-12) a delimitarla,è un salvavita contro la distrazione tanto di moda.Non meno importante è la facilita’ nel realizzare la RETE ciclabile.
    Naturalmente,tale infrastruttura,va’ inserita nel codice della strada.
    Da subito,tale corsia,con il manto stradale bel lisciato,potrebbe unire, in forma sperimentale, la citta’ alle mete turistiche piu’ vicine.
    Un breve accenno all’argomento “ sorpasso del ciclista distanziato ad 1,5 mt”. E’,senza dubbio un buona iniziativa,giusta come principio,ma non di facile riscontro in caso di incidente.Per non parlare delle numerose strade strette provinciali(Foto 13) dove spesso il ciclista è di troppo. Proporrei di intensificare le campagne pubblicitarie su quest’argomento invece di riempire le strade di segnaletica che pochissimi automobilisti leggeranno.
    2 LOTTA SERIA ALL’USO SMODATO DELLO SMARTPHONE MENTRE SI GUIDA.Non credo che le aziende automobilistiche si impegneranno a bloccare l’uso di certe funzioni telefoniche quando il mezzo è in movimento.Le UP telefoniche aumenteranno ed i cruscotti saranno sempre piu’ attraenti per il guidatore.Noi ciclisti dobbiamo convivere con questo virus,forse piu’ indistruttibile del Covid 19?Proviamo a limitare i danni:
    -Inserire l’uso improprio del cellulare quando il mezzo è in movimento(Art.173 cds)nell’elenco delle infrazioni che non necessitano la contestazione immediata(Art.201/1 bis Cds).L’argomento,è stato ribadito dalla Corte di Cassazione con sentenza n.10840/2019.
    -Finanziare l’acquisto massiccio della telecamera TruCam,l’autovelox anti-cellulare.Dotiamo di questo nuovo strumento le forze dell’ordine statali e la polizia locale.Saranno soldi benedetti.
    -Quando è accertata che la causa dell’incidente è stata la “distrazione da cellulare”facciamolo conoscere ai cittadini con comunicati stampa,non c’è monito migliore.
    3 SUPERAMENTO DEI LIMITI DI VELOCITA’.Siamo seri.Gli attuali controlli nelle strade extra urbane sono inefficaci,con postazioni fisse riconosciute ed UP che avvisano il conducente.Il paradosso è che la Polizia Stradale pubblica ogni settimana la programmazione dei servizi di controllo indicando le strade e le giornate.Le Forze dell’Ordine dovranno essere in futuro piu’ incisivi attraverso i controlli a sorpresa e l’uso di strumenti moderni.
    Perche’ non usare il sistema Tudor in tratti delle strade a scorrimento veloce?Ancor piu’ severita’ meriterebbero coloro che guidano sotto l’ebbrezza dell’alcool o l’influenza degli stupefacenti. Non si tratta di accanimento ma di rispetto verso le persone piu’ civili.
    4 CONSEGUIMENTO E RINNOVO DELLA PATENTE DI GUIDA.E’ da rabbrividire come si rinnova la patente di guida.Il richiedente,autocertifica il suo stato di salute e cerca di vedere le lettere piu’ grandi in un pannello.Niente prova riflessi!Chiedo con fermezza che almeno il medico di famiglia sia coinvolto nel certificare la salute del guidatore.
    5 CAMPAGNE CONTINUE DI PUBBLICITA’ PROGRESSO.Attualmente i motorizzati ci considerano come insetti non come esseri umani .A torto o a ragione paga sempre il ciclista perche’ non ha alcun airbag.Diffondiamo attraverso i media o i mezzi pubblici il nostro stato di fragilita’,di sorpassarci a debita distanza,di prestare attenzione quando si aprono le portiere/auto,consigliamo l’uso del casco protettivo ecc.
    6 CASCO.So’ benissimo che certi fichetti vogliono pedalare con i capelli al vento ma,chi ha avuto traumi come il sottoscritto non puo’ che consigliarlo,anzi obbligarlo.Il piu’ forte colpo alla testa l’ho avuto mentre ero fermo a parlare con un amico in sella alla bicicletta.Mi sono dimenticato che avevo gli scarpini bloccati.Ora,indosso il casco anche per andare dal fruttivendolo.
    7 LO STATO DELLE STRADE EXTRA URBANE.Un giorno affermai che andare in bicicletta nelle strade fuori citta’ era come scendere all’inferno.Ribadisco l’osservazione soprattutto quando si parla del lato destro, vicino la banchina ,dove siamo costretti per legge a transitare(Foto 14). Buche,sassi,vetri,erbacce,tombini affossati come pozzi,spazzatrici che lasciano di tutto,insomma una vergogna per i proprietari delle strade.Credo,sia opportuno costituire l’osservatorio regionale per il controllo della manutenzione stradale.Per noi ciclisti,cadere,non significa solo ferirsi ma anche, rischiare di essere investiti dagli automezzi.
    8 EDUCAZIONE STRADALE.Dico subito che l’educazione stradale dovrebbe far parte delle materie scolastiche.Alcuni professori e genitori previgenti si impegnano a condurre i ragazzi a scuola in bicicletta(Foto 15) o fare la gimcana in palestra.Poi,le biciclette, tornano in cantina.
    Noi dobbiamo dare ai giovani la massima sicurezza sulle strade soprattutto perche’,loro, vogliono semplicemente scatenarsi con gli amici.Per questo motivo,oltre alle piste ciclabili ben fatte ci vogliono i Ciclodromi(Foto 16).
    9 AUTO e MOTO ELETTRICHE.Presto saranno numerose e gia’ ho paura del loro arrivo improvviso.Si sta’ studiando l’emissione di un rumore caratteristico per destare l’attenzione dei pedoni e dei ciclisti al loro sopraggiungere ma,per ora,niente.Intanto,iI pericolo gia’ esiste!
    10 VETRI OSCURATI DA PELLICOLE APPLICATE.Noi ciclisti abbiamo la necessita’ di vedere chi guida,come sta guidando,se è distratto da altre faccende.Ben due volte sono finito al pronto soccorso perche’ mi hanno aperto lo sportello/auto improvvisamente.Entrambe,le vetture,avevano i vetri posteriori oscurati.L’applicazione di questa pellicola oscurante nel posteriore è legale.ma continuo a chiedermi cosa devono nascondere?Migliorano la qualita’ della vita,di certo non la nostra sicurezza.Da consentire solo eccezionalmente non anche alle minicar!
    Prof.Mario Draghi,come Lei potra’ immaginare,anche se risolveremo i problemi esposti,non garantiremo l’assoluta sicurezza ai ciclisti,ma,insieme al loro comportamento attento(Allegato 17 e 18) ridurremo sicuramente il numero di morti e feriti che ogni anno penalizzano le famiglie.
    La ringrazio,distinti saluti.
    Gianfranco Di Pretoro
    Federazione Ciclistica Italiana Lazio
    Responsabile Piste Ciclabili e Viabilita’
    Tel.3280608637

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